Gelati, piscina, divertimento.
L’estate per molti bambini e ragazzi è un periodo all’insegna del relax e del riposo.
La scuola è un ricordo lontano, di cui si parlerà a settembre. A maggior ragione se lo studente in questione ha un disturbo dell’apprendimento e tutto l’anno ha dovuto fare i conti con le sue difficoltà, faticare il doppio e rendere la metà, vedere la preoccupazione negli occhi dei suoi genitori.
SCUOLA? NO, GRAZIE!
Questo è quello che pensa uno studente con disturbo dell’apprendimento.
Non tutti i miei studenti con DSA proseguono i potenziamenti nel periodo estivo, molti scelgono di staccare del tutto. Personalmente, comprendo bene la scelta della famiglia.
Allo stesso tempo, sono consapevole dell’importanza di non interrompere di netto i percorsi per mesi, perchè la continuità nel trattamento ha un peso specifico.
Certo che, continuare un trattamento o un potenziamento quando lo studente non vuole, ha esaurito le batterie, è inutile.
La prima spinta per operare dei cambiamenti nei ragazzi è la motivazione, senza non si va da nessuna parte. Perciò, bisogna valutare caso per caso e sondare anche le intenzioni dello studente stesso.
L’ideale, senza rischiare di vivere nel paese degli unicorni, sarebbe che durante l’anno lo studente riuscisse a mantenere un equilibrio tra scuola e vita personale, senza arrivare d’estate completamente scarico e prosciugato. Questo alternarsi di lavoro intensivo e mesi defaticanti è un equilibrio poco sano e non funzionale all’apprendimento.
Compiti o non compiti, questo è il dilemma
Tralasciando che anno per anno ci sarebbero dei compiti obbligatori da svolgere. Lo so, non mancano mai. Però c’è da considerare che molti studenti si riducono le ultime settimane di agosto a fare una lavoro massimo di recupero di tutto quello che c’era da fare nel periodo estivo. Quindi sì, i compiti ci sono ma non sempre vengono fatti o vengono fatti nel modo sbagliato.
Nel caso di studenti con DSA, ricordiamoci sempre che hanno tempi ed energie da investire diverse rispetto agli altri. Quindi quello che penso è, sì ai compiti, nelle giuste quantità.
Quello che non deve capitare è di ritrovarsi, come nei periodi scolastici, a sacrificare i pomeriggi sui libri, trascurando degli aspetti altrettanto importanti per questi ragazzi, come la socializzazione, la noia che porta al gioco creativo e all’uso della fantasia, il riposo.
Buone vacanze!!!!